Marco Raiti
Sono nato a La Spezia l’8 giugno 1955, e mi interesso di poesia e di letteratura in genere dall’età di tredici anni. Dal 1983 ho cominciato a partecipare ai concorsi letterari, ottenendo piazzamenti e riconoscimenti in alcuni di essi. Per tutti cito il secondo e il quarto posto in due diverse edizioni del Premio Letterario Internazionale Trofeo Dell’altipiano. Nell’anno 1985 ventuno mie poesie sono state pubblicate nel IX volume della collana: Spazio a chi sa scrivere “Spiragli 8”. Nel 1984 e nel 1985 due mie poesie sono state inserite rispettivamente nell’ottavo e nel nono volume “Antologia di Poesia Premio Nazionale di Letteratura Città di La Spezia”. Nel 1987, insieme ad alcuni miei amici, ed in collaborazione con L’Assessorato Pubblica Istruzione del Comune di Lerici, ho realizzato la nascita di un nuovo periodico culturale locale “All’ombra del castello”. Nel maggio del 1997, ho partecipato al Premio Pioltello, curato dalla Casa Editrice Laura Rangoni, in cui sono stato premiato come finalista nella sezione Poesia singola e in quella di Narrativa singola. Nel luglio 2006 ho pubblicato sei poesie nell’antologia di “Versi nel vento”, a cura di Ivana Federici. A gennaio del 2007 la mia poesia “Il giorno del trapasso” è stata inserita nell’antologia del premio letterario “Io Scrivo” a cura di Perrone editore. Nel gennaio del corrente anno due miei racconti brevi “Scelta drammatica” e “La stanza dei ricordi” sono stati selezionati come finalisti del concorso letterario nazionale “Premio Letterario - Emozioni in bianco e nero. Fiabe, Poesie, Racconti, Storie di carta”. Nello stesso mese ho pubblicato insiemi a altri 9 poeti l’antologia “I magnifici dieci” a cura di Vitale Edizioni e con la prefazione di Silvia Denti. Nell’opera sono presente con quindici poesie. Sono impiegato in una piccola azienda e la letteratura rappresenta per me un hobby per cui nutro un amore ben più grande di quello che si può avere per un semplice passatempo. Vivo la poesia come una continua ricerca nel tempo, nel tentativo di raggiungere quell’espressione che possa appagare le esigenze del mio intimo. M’impegno, in una altrettanta perpetua ricerca, per riuscire a raggiungere un modello di prosa fluida e naturale, priva cioè di preziosismi lessicali e artifici.

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