Carlotta Casolaro definisce questo testo una ribellione interiore nei riguardi di chi rifiuta la vita, di chi rifiuta la libertà individuale. Ha trasposto, dunque, sulla carta, questa ribellione che la sua persona non era più in grado di contenere, né di assecondare. Con quest'opera ha, dunque, intrapreso un viaggio che sa di libertà.