Franca Cannizzaro
Franca Cannizzaro nasce a Tarsia (CS) l`8 maggio del 1949. Italo-svizzera, è residente a Lugano. Attrice, pittrice, scultrice, poetessa, autrice di opere teatrali, insegnante di teatro e discipline artistiche, ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti. Dirige una compagnia teatrale dal nome “Gli assurdi” e rappresenta soltanto opere di sua produzione. Dal 2020 gestisce un museo teatro in Sessa Ticino. Mostre 1976 - Galleria Motta - Locarno 1977 - Hotel del ponte Minusio 2007 - Municipio Ponte tresa 2008 - Spazio espositivo, Lugano Castagnola 2009 - Palazzo dei principi. Scalea 2011 - Galleria Roma. Siracusa 2011 - Biennale internazionale, Chianciano terme 2012 - Galleria Il Leone Roma 2013 - Collettiva d’arte. Salsomaggiore terme 2013 - Museo Max, Greggio 2014 - Carosell di LUVRE Museo, Parigi 2014 - Palazzo della confraternita. Arezzo 2015 - Biemmale internazionale. Palermo 2015 - Biennale internazionale. Verona 2015 - Il riflessismo, Oslo Norvegia 2016 - Premio Iside. Pietralcina PREMI e riconoscimenti Premio internazionale della cultura Hollywood Premio della critica Palermo Premio Artista dell’anno 2015 Palermo Premio Oscar dell’arte Montecarlo Francia Premio internazionale. Il David del Bernini, Lecce Premio internazionale. Minerva Salento Riconoscimento internazionale I guerrieri di riace Salento Premi Poesia Agape 2005 - Riconoscimento Accademico. Il convivio 2008 - Terzo premio 2009 - Primo premio 2011 - Secondo premio 2012 - Secondo premio 2018 - Primo premio speciale 2019 - Primo premio speciale Premio Teatro il convivio Segnalazione di merito. Il trasloco Finalista Ai confini della realtà Finalista Concorso Panorama poesia italiana all’estero, Germania 1977 Finalista Lettera d’argento, Biennale di Venezia 2005 Inserita nell’antologia Cento poeti per l’Europa del terzo millennio I sogni dipinti di FC La pittura di Franca Cannizzaro si caratterizza per la notevole accentuazione dei motivi fantastici e per la visione che rispecchia i territori del sogno, con una creatività fuori dagli schemi ordinari. La strada immaginativa permette alla pittrice, anche attrice e autrice di opere teatrali e raccolte di poesie, di raggiungere un sentimento di fuga e leggerezza: Le donne geometriche, Le farfalle che distendono le ali, Le colombe che sorvolano una soffice onda e tanti altri appassionanti motivi sono simboli di uno sguardo giocoso, di una visione favolistica, di una natura guardata con stupore, come attraverso gli occhi di un bambino. Raccontano luoghi in cui le parole non esistono e tutto quello che succede non ha spiegazioni: le stelle si vedono anche di giorno, la natura accoglie benigna, i colori si intrecciano come in un tessuto e nulla è più come si è abituati a vederlo… Sono altrettante, puntuali indicazioni di una poetica fantastica e visionaria per un’opera che si affida ai sogni e alle illuminazioni: una realtà trasfigurata, un sogno ad occhi aperti che recupera la purezza di sguardi incontaminati. Dalmazio Ambrosioni Fantasia Fantasia, invenzione, magia scrive Italo Calvino nell’introduzione alle fiabe italiane: “Ora che il libro è finito, posso dire che non è stata un’allucinazione, una sorta di malattia professionale. È stata piuttosto una conferma di qualcosa che già sapevo in partenza, quel qualcosa cui prima accennavo, quell’unica convinzione che mi spingeva al viaggio tra le fiabe, ed è ciò che io credo, questo: le fiabe sono vere”. Allo stesso modo le fiabe e i racconti di Franca Cannizzaro abitano una loro propria verità, modi diversi di leggere il mondo e le sue apparizioni, racconti di strani animali che giocano con lo spazio e il tempo realizzando magici accordi, voli impossibili, insoliti giochi. L’idea centrale è che ci sia un modo diverso di raccontare le storie di oggi, affidandosi alla fantasia, all’invenzione, alla magia. I segni colorati cercano di costruire nuove armonie rifiutando una visione ordinaria e rifugiandosi nello straordinario. L’idea della leggerezza, il sogno ad occhi aperti regola meccanismi pittorici che non rispondono ad un rigido schema di realtà, ma fanno riferimento ad una sinfonia segreta, ad accordo armonico tra animali e mondo, tra sogni e visioni. Una partita straordinaria, un’avventura favolistica. Dalmazio Ambrosioni Tra gioco e mistero I racconti di Franca Cannizzaro sono frammenti di sogni e apparizioni che emergono dall’inconscio, racconti frammentari di un mondo onirico nel quale affiora l’idea di una ricomposizione giocosa e anche un po’ misteriosa della vita. In quanto riproposta simbolica di situazioni umane, il gioco ha come ingrediente privilegiato proprio quell’aura di incognita che lo rende fascinante e unico. Dipinti come L’albero della vita, Cascata di luce e personalità ricompongono una visione armonica, in cui ogni oggetto e segno rispondono ad un’esigenza di accordo, di ricomposizione del caos, di appassionata e struggente melodia. Il sogno ad occhi aperti produce sogni infiniti, storie che si rilanciano in un meccanismo in cui non c’è posto per il grigio della realtà o per il gelo della povertà di sentimenti. Dalmazio Ambrosioni Pittura tra teatro e poesia La scelta fantastica e visionaria della Cannizzaro (“Volano i pensieri sulle ali del cielo” inizia una sua poesia) se da una parte si ricollega ad uno dei generi più seducenti della pittura d’ogni tempo, dall’altra è un modo giocoso, poetico di intraprendere il curioso e sorprendente viaggio tra i misteri della vita. Le apparizioni colorate di animali e alberi, stelle e mare, donne e pesci corrispondono al bisogno di costruire un universo immaginifico sul quale raffigurare visioni e apparizioni irreali ma profondamente vere, come lo sono le strade simboliche del mito, delle leggende e delle fiabe. E così la pittura nell’universo di Franca Cannizzaro affianca il teatro e la poesia, la drammaturgia e persino l’illusionismo, insomma discipline artistiche tra teatro, mimo e scrittura. Dalmazio Ambrosioni Le stagioni dell’arte Anche per lei come per ogni poeta autentico, il sogno è di costruire un proprio mondo che non riproduca semplicemente la realtà pur riecheggiando simbolicamente gli eventi quotidiani. L’allegoria, la metafora, il simbolo sono gli elementi fondanti di una tavolozza pittorica. Dalle storie dipinte affiorano, per quanto colorate, domande che attendono una risposta, solitudini, evanescenze e vuoti che sembrano interpellare il lato misterioso della vita. Proprio per questo oltre che alla pittura fantastica e visionaria, incorniciata da deliziosi squarci d’immaginazione, nel suo percorso pittorico l’artista aggancia altre stagioni della pittura: su tutte la dimensione surreale (Personalità) e il Realismo Magico (Prigioniera di una stella) senza però eludere i versanti metafisico (IL teatro interrotto) e onirico (L’incognita 2008) nel quale la dimensione del sogno incrocia la rappresentazione delle grandi domande sul senso della vita, del domani, del destino con quel tanto di fiducia ma anche di inquietudine che ognuno si porta dentro. Dalmazio Ambrosioni Franca Cannizzaro affonda le radici della sua ispirazione nel mare apparentemente tranquillo di una condizione umana, privo di profondità vorticose e di inquietanti interrogativi su situazioni e casi particolari della vita. Di qui la sua predilezione per la valenza visionaria e fiabesca che illumina le proiezioni del cuore verso le aree limpide e sognanti dell’infanzia in cui la poetessa si rifugia non solo per sfuggire al doloroso caos dei giorni, ma anche per illudersi di poter convivere con le “comparse” di un tempo perduto rivelatrici di un microcosmo di bellezza e di incanto. Una rassegna di bambole protette dalla consunzione del tempo e ancora allineate con i loro nomi e fissate in una magica atmosfera di gioia, costituiscono il paradiso segreto anche se perduto, della poetessa impegnata spesso ad illuminare le aleggianti ombre della dimenticanza per alleggerire lo sfacelo totale, minacciato dolcemente dall’assedio della morte. Questa è tenuta come assidua interlocutrice interiore con un discorso pacato in una sorta di colloquio fabulistico e irreale, che consente di non cedere al dilagante frammentismo di tanti momenti di insidiosa attesa. La Cannizzaro sa che l’ombra fatale aleggia costantemente attorno a lei, impegnata in trame di agguati e allontanamenti improvvisi, in cui non si sa se bisogna scoprire il cinico gioco della trappola mortale o, come crede la Cannizzaro, un atto d’amore che consenta non solo il prolungamento della vita, ma anche l’illusione di poter per un attimo penetrare nel pertugio del mistero. Intanto l’amica morte consente spazi sereni di libertà condizionata che la poetessa interpreta come atti di seduzione. Risulta evidente il contrasto vita-morte, “la vita non ti ama” con parole esplicite “Aspettami ancora un po’/birichina”, risulta esorcizzato dai presunti diritti della poesia che chiede di esprimere, attraverso il disegno di un universo vivente, spazi di respiro eterno, con l’avallo della silenziosa attesa della morte. Nella benevola predisposizione alla “non aggressione” si rivela l’umano conoscibile, proiezione dell’insondabile mistero divino. Con tale invocazione quasi religiosa della morte, la poetessa ora può apertamente esprimere una più consolidata forza fideistica che, particolarmente in Stella di Natale, diventa un corollario di sequenze di affetti per i più deboli del mondo. Si carica di vigorose esortazioni al bene, di una totale immersione dell’anima nella simbologia catartica, funzionale ad una raffigurazione visibile del prodigio metafisico del significato del Natale. Dopo tale rischiosa avventura nel vento di una realtà in movimento con il possesso di una rinsaldata visione cristiana della vita, c’è il ricordo del padre, avvolto nella composta sacralità mentale di gesti che hanno caratterizzato una stagione della vita lontana e perduta che acquista il significato di una prodigiosa presenza ancora luccicante, come guida verso la finestra spalancata del Mistero. Affiora da questi versi la purezza di un’anima che vuole attraversare la vita con lo sguardo accecato dalla fiaba e dal sogno, come un angelo che vola sulla palude terrestre, senza volersi sporcare. Carmelo Alberti

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