Comasia Scialpi
Comasia Scialpi è una ragazza di ventinove anni con una forte passione per la scrittura e il giornalismo, neo-diplomata in Reporting presso la Scuola Holden di Torino, dove ha vissuto per due anni. È nata a Ceglie Messapica (Br) il 13 gennaio 1992 e vive a Villa Castelli (Br), ma il suo cuore letterario non ha trovato ancora una fissa dimora. Ha già avuto qualche esperienza di tipo giornalistico: ha lavorato per le elezioni politiche del 4 marzo 2018 a Tori-no, intervistando stranieri; due storie in particolar modo le sono rimaste dentro: quella di un signore marocchino e quella di una ragazzina siriana. La prima l’ha arricchita di più come persona e ne ha tratto un racconto breve che è stato pubblicato tramite la Casa Editrice Kimerik: una storia di vita che le piace definire semplicemente la storia di un uomo. Come le ha insegnato, infatti, il suo maestro di reporting, Marco Damilano, per fare il giornalista bisogna ricordarsi di restare umili. È disponibile online e a breve sarà possibile acquistarlo anche nelle librerie come Feltrinelli, Ibs, Mondadori e Amazon, anche online e in formato e-book. Da qualche anno prende parte al Women’s Fiction Festi-val di Matera, nella cui ultima edizione ha partecipato con accredito stampa. Ha aderito anche a qualche workshop di giornalismo come quello del TPI o quello di Carlos Spot-torno, attraverso il quale si è innamorata del fotogiornalismo. Scrittura e giornalismo sono un connubio perfetto per l’autrice e per questo lo scorso anno ha iniziato a svolgere dei corsi di Reporting for kids e Scrittura creativa nella scuola primaria e secondaria di primo grado. Durante il lockdown ha scritto una fiaba rivisitata di Cappuccetto Rosso che è stata pubblicata in un’antologia della Casa Editrice Kimerik, in seguito al concorso Io resto a casa e scrivo, da cui prende il nome il libro stesso. Apprezza avere a che fare con le ‘storie di vita’ e interessarsi dei diritti delle donne e dei bambini in particolar modo. Altri interessi che coltiva riguardano il mondo orientale: ha studiato precedentemente Lingue presso l’Università di Bari e tra le lingue scelte al primo posto c’era l’arabo; tre anni fa ha aperto un blog dal nome ‘Nedjma’, pseudonimo di una scrittrice marocchina che ha scritto La mandorla. La lettura di questo libro le ha permesso di adottare un nuovo punto di vista su molti aspetti della vita delle donne. Non a caso ha scelto questo nome, perché, così come l’autrice, anche lei voleva dare voce a quelle donne che ne erano state private: “Solo la letteratura possiede l’efficacia di un’arma fatale”. La prima lingua straniera che ha imparato da bambina, invece, è stata la lingua inglese: a scuola, nelle canzoni che ascoltava o in gita si imbatteva sempre in questo ‘nuovo linguaggio’. Capì subito che era una lingua essenziale per-ché riusciva a far ‘incontrare’ diverse culture, pertanto, decise che avrebbe dovuto impararla e, così, una volta giunta all’università, la scelse come seconda lingua per il piano di studi universitario. Per tutte queste ragioni ha deciso di diventare Independent Usborne Organiser, conciliando entrambe le passioni: lingua inglese e scrittura, ritenendoli molto utili per l’approccio dei bambini con lo storytelling fin dall’infanzia. Dopo aver eliminato la pagina ‘Nedjma’ per dar voce a qualcos’altro, sicuramente anche alle donne ma non solo, ha dato vita a ‘Le trame di Comasia’, costruendo un logo su modello di una ‘marca tipografica’ nota: ha creato la sua fenice con il motto “Post fata resurgam” (letteralmente “risorgerò dopo la morte”). Quest’espressione sottolinea la fiducia nelle proprie capacità, esprime la forza che ognuno deve avere per risollevarsi dalle disavventure, quindi, è simbolo di rinascita.

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