Il salto fuori dal cerchio
di Cosimo De Luca
ISBN: 978-88-6884-070-9
Formato: eBook
Genere: Poesie
Anno: 2014 - Mese: marzo
Pagine: 64


3,90 €
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Sintesi

La libertà è il più grande obiettivo che si possa raggiungere, è il più grande sogno utopistico dell’uomo ed è il più grande amore che illude generazioni di vinti.
E‘ coniato come se fosse un vessillo, lega il padre con il figlio, il passato col presente, gli uomini d’ogni epoca indelebilmente.
Eppure se la libertà è un sogno impossibile, è l’unica che può fare giustizia e dignità alla stessa vita umana.
Non è che il suo raggiungimento sia impossibilitato, ma la sua piena concezione e configurazione nel Mondo reale è limitata dalla giusta e continua ricerca dell’ordine, spesso però troppo artificiosa che ridisegna la società capovolgendo il bene con il male.
Dov’è questa libertà se siamo circondati da vincoli e piccoli compromessi, dai quale non possiamo liberarci?
Cosa fare se non possiamo scappare da quella monotonia che uccide e che soffoca i sogni che è il quotidiano quieto vivere?
Siamo sottomessi al tempo, al Mondo, al lavoro, alle nostre paranoie ed al capitalismo che accelera tutto e tutti.
La società è una macchina perfetta nella sua imperfezione, perché ha definito tutto, tempi, luoghi e prezzo, ma non ha tenuto conto di una cosa fondamentale, dell’umanità.
Il motivo di tutto questo strazio esistenziale, delle nostre paure, ansie e paranoie è il cerchio.

Cos’è il cerchio?

Il cerchio è il fulcro della nostra vita, eppure non lo sappiamo, ne siamo talmente tanto immersi che non ce ne rendiamo conto.
Esso è disegnato intorno a noi, nell’etere, come una gabbia per animali, ma non ti da l’ampiezza della prigione, perché non ha mura o sbarre, è trasparenza, ed il non vedere confonde e tormenta.
Eppure senza di lui non saremmo l’umana stirpe, tutto ciò che siamo abituati a vedere e a chiamare casa, saremmo esseri persi in mondi da noi considerati astratti.
Il cerchio è legge, è fede, è peggio d’un dogma, perché non è scritto, ma è a priori sancito nel nostro percorso, nel nostro animo d’esseri infelici.
Il tentativo dell’inosservanza di tale regola non impone una sanzione, ma peggio, la pena di morte, non perché si viene condotti sulla sedia elettrica o in altri posti crudeli di morte e perizia, ma perché se saltiamo fuori dal cerchio c’è l’abisso, l’infinito, ma non quello che sogniamo o di cui poetava il Leopardi, ma quello che uccide, che punisce.

Molti hanno cercato di saltare questo cerchio, chi suicidandosi, chi estraniandosi facendo finta che il cerchio non esistesse, chi svuotandosi il cervello con droghe o futilità varie.
Il mio tentativo di fuga è più romantico, più dolce e sentimentale, la poesia.
Questo non è un salto verso il vuoto, questo è volo, il lancio verso la perfezione, la liberazione dai vincoli non scritti del quieto sopravvivere.
Questo è un modo per andare al di la, all’estremo dell’emozioni, del’altitudini, del rischio, senza essere come gli altri, conformi al’anticonformismo moderno.
Queste emozioni vanno oltre la mia semplice vita, oltre le regole di base della società moderna, è un modo per creare basi nuove in tempi senza principi e speranze.
Dedicato a chi non si conformava alle regole non scritte del proprio Mondo, di chi andava oltre le regole del potere che sottomette tutti, a chi sognava un Mondo migliore, in cui la globalizzazione fosse l’abbraccio umano tra i popoli e non un semplice atto di compravendita internazionale.
A chi a lottato per non morire.

Nato e cresciuto nella provincia di Taranto, ma trasferito per questioni lavorative a Bologna, dove mi sono impegnato per la realizzazione di questo saggio.
Scrivo perché mi rende vivo, perché mi sento libero nel farlo.

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