Limen - Il Principe
di Giuliano Mannini
ISBN: 979-12-5466-428-5
Formato: eBook
Genere: Fantasy
Collana: L'Ippogrifo
Anno: 2024 - Mese: marzo
Pagine: 720

Disponibile anche in formato rilegato


18,00 €
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Sintesi

L’autore ha cominciato a scrivere questo libro quando aveva ventitré anni. Aveva appena vinto un concorso letterario ed era ovviamente assai motivato, pieno di entusiasmo.
Poi ha cominciato a lavorare, si è sposato, ha avuto due figli. E così, tra la prima e l’ultima stesura, sono passati trent’anni.
Limen nasce, come scrive lui stesso, dalla sua patologica dissociazione dalla realtà, tenta un legame con il mondo, riempie sovraffollandolo ogni spazio vuoto.
Immerso nell’atmosfera partenopea della sua infanzia, diviene strumento di sopravvivenza: materializza un luogo e ne stabilisce il confine.
Il principe troverà un compromesso con la propria incongruenza, lotterà per conservare la consapevolezza di sé. Capirà che non c’è solo l’esistere o il non esistere, ma che quello che può opporre al nulla è proprio lì nel mezzo, al centro tra i due estremi.
C’è un’immagine ricorrente nella sua mente:
“La porta è aperta. Se mi sporgo un po’ vedo casa mia, i miei due figli ormai grandi, mia moglie che mi aspetta ogni giorno, ostinatamente. Del corridoio che ho percorso non ho memoria. Non so come sono arrivato fin qui. So solo che sono fermo su questa soglia da tutta la vita”.

La casetta se ne stava lì, posata sul pendio di una collina, ai margini del piccolo paese di Acquatraversa. Attorno alle sue mura imbiancate a calce e nel giardino lì davanti, le cicale erano impegnate nel loro incessante canto. Qualche animaletto si aggirava prudente in cerca di cibo. Un unico cavallo, bianco, masticava lentamente il suo fieno nella rimessa sul retro, incurante del grosso cane da pastore che continuava ad abbaiare per attirare la sua attenzione.
Era un afoso pomeriggio d’estate e in alto, per tutta la giornata, non era passata nemmeno una nuvola. Alfredo aveva lanciato più di un’occhiata al cielo poi, rassegnato, si era sistemato all’ombra del portico con occhi socchiusi, in attesa del fresco della sera.

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